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lunedì 23 gennaio 2012

Conservato nell'ambra il piumaggio dei dinosauri

11 campioni che rappresentano diverse fasi evolutive delle penne dei dinosauri sono stati rinvenuti in un deposito di ambra in Canada.


Un autentico campionario del piumaggio che adornava alcuni dinosauri è stato scoperto nel più grande deposito di ambra del Canada, situato in prossimità del lago di Grassy nel sud-ovest dello Stato dell'Alberta. Che alcuni dinosauri possedessero un manto di penne era stato dimostrato da diversi reperti fossili scoperti in Cina che riportavano tracce di queste strutture anatomiche, ma questa è la prima volta che vengono alla luce, conservate per 80 milioni di anni nella resina dell'ambra, le protopenne di questi animali.

La scoperta è descritta in due articoli pubblicati sulla rivista Science, uno dedicato alla loro analisi strutturale, a firma di ricercatori dell'Università dell'Alberta, e un altro a firma di ricercatori dell'Università di Manchester che, con il supporto degli scienziati dello SLAC (National Accelerator Laboratory, Linac Coherent Light Source) a Menlo Park hanno condotto un'analisi dei pigmenti in esse contenute.

Si tratta di 11 campioni che rappresentano diverse fasi evolutive delle penne, la cui struttura si è via via articolata: "Abbiamo penne che sembrano essere poco filamentose, simili a capelli, abbiamo filamenti aggregati in gruppi, e infine ne abbiamo una serie che a tutti gli effetti sono identiche alle penne moderne", ha dichiarato McKellar, primo firmatario dell'articolo dedicato all'analisi strutturale. Quelle più evolute, hanno osservato i ricercatori, sono molto simili a quelle degli odierni uccelli acquatici, ma - hanno aggiunto - nessuna di quelle ritrovate è adatta al volo: la loro funzione doveva essere squisitamente ornamentale.

Le penne devono il loro colore alle strutture cellulari, melanosomi, che contengono melanina. Le analisi condotte sui primi resti di dinosauri con penne finora condotte hanno già portato ad alcune scoperte sulla loro colorazione: lo Sinosauropteryx, per esempio, possedeva una livrea con una dominante presumibilmente rossa. Tuttavia quel tipo di analisi doveva fare i conti con il decadimento di quelle strutture e della melanina. Le nuove analisi potranno dare conferme più sicure. Intanto, i ricercatori hanno già potuto appurare che in ogni caso quei colori non erano affatto opachi, come quelli che caratterizzano gran parte dei rettili odierni, ma brillanti.

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