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lunedì 12 dicembre 2011

Kepler-22b, il pianeta gemello della Terra

Ha un diametro 2,4 volte quello terrestre e sulla sua superficie potrebbe esserci acqua allo stato liquido: Kepler-22b è il primo esopianeta per cui la NASA ha confermato le condizioni di "abitabilità". Inoltre, sulla base delle stesse osservazioni grazie a cui è stato scoperto Kepler-22b, il Planetary Habitability Laboratory dell'Università di Puerto Rico ad Arecibo ha realizzato una sorta di "tavola periodica" degli esopianeti identificando oltre 15 esopianeti e 30 esosatelliti potenzialmente abitabili



Coloro che cercavano un pianeta gemello della Terra sono ora accontentati: la missione Kepler della NASA ha confermato l’esistenza di un pianeta, il più piccolo osservato finora, che orbita nella “zona abitabile” di una stella simile al Sole. Kepler-22b – questo il nome del pianeta extrasolare – ha un diametro pari a 2,4 volte quello terrestre e potrebbe dunque avere acqua liquida sulla superficie e condizioni adatte allo sviluppo della vita, per quanto in forme elementari.

“Si tratta di un risultato fondamentale per la ricerca di un gemello del nostro pianeta”, ha commentato entusiasticamente Douglas Hudgins, che partecipa al programma Kepler presso il quartier generale della NASA a Washington. “I risultati continuano a dimostrare l’importanza delle missioni che cercano di rispondere alle domande principali sul nostro ruolo nell’universo”.

La notizia divulgata dalla NASA ha in parte offuscato quella del  Planetary Habitability Laboratory (PHL) dell'Università di Puerto Rico ad Arecibo (UPR Arecibo) che grazie ai dati di Kepler ha condotto una nuova valutazione dell'abitabilità dei pianeti già compresi nell'Habitable Exoplanets Catalog (HEC) che non solo identifica nuovi esopianeti, tra cui alcuni esosatelliti, ma li classifica secondo diversi indici di abitabilità.

Dopo oltre 700 oggetti scoperti in 20 anni e altre migliaia in attesa di una conferma, sembra quindi aprirsi una nuova fase della rilevazione della presenza di esopianeti che mette in primo piano la valutazione sempre più accurata della presenza di condizioni favorevoli allo sviluppo della vita.

Tra le novità introdotte nel Catalogo, vi sono tre nuovi indici di abitabilità, denominati rispettivamente Earth Similarity Index (ESI), Habitable Zones Distance (HZD), e Global Primary Habitability (GPH), che fanno riferimento ai dati di altre
banche dati come l'Extrasolar Planets Encyclopaedia, l'Exoplanet Data Explorer, la NASA Kepler Mission.

“Le nuove osservazioni effettuate con osservatori orbitali e a Terra permetteranno di scoprire migliaia di esopianeti nei prossimi anni”, ha commentato Abel Méndez, direttore del PHL e principal investigator del progetto. “Ci aspettiamo che le analisi contenute nel nostro catalogo aiuteranno a identificare, organizzare, e confrontare la potenziale capacità di sostenere la vita di ciascuno di essi”.

Il catalogo elenca e categorizza le scoperte di esopianeti con vari sistemi di classificazione basati sulle proprietà planetarie e stellari: una di esse divide gli oggetti in 18 categorie termiche e di massa, realizzando una sorta di "tavola periodica" degli esopianeti.

Prima di Kepler-22b solo due esopianeti confermati hanno soddisfatti i criteri di abitabilità nel catalogo: Gliese 581d e HD 85512b, entrambi classificati come esopianeti di tipo terrestre, ma solo marginalmente. Oltre a essi, il catalogo identifica più di 15 esopianeti e 30 esosatelliti come  potenzialmente abitabili. Per confermare queste ipotesi occorreranno nuove osservazioni con strumenti innovativi come il proposto Terrestrial Planet Finder (TPF) della NASA.

"E io vi ho già comprato casa..." ShowLegend.

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